Oasi Isola Bianca: La Storia

Non si sa molto sull'Isola Bianca nel passato. Si dice essere stata un luogo in cui gli Estensi (1400-1500) organizzavano maestose feste all'aperto, anche se non ci sono documenti storici che lo accertino. Secondo antiche tradizioni anche Ludovico Ariosto ebbe a che fare con l'isola. Sembra infatti che spesso raggiungesse la Locanda della Mezzavia, probabilmente un antico mulino sul Po, per poi traghettare fino alla “delizia” per trascorrere ore liete e rilassanti.

Una nostra ricerca storica sulla propietà, ci ha comunque portati a ritroso fino all'anno 1857, con un rogito del "Notaro" di Ferrara, Monti Dottor Eliseo (copia dell'originale è esposta al centro visite dell'oasi) dove si identifica l'isola come:

La Famiglia Massari, originaria di Milano, si stabilì a Ferrara nei primi anni del 1600. Famiglia benemerita, ebbe nel Conte Galeazzo (1841-1891) uno dei suoi membri più generosi verso i bisogni della gente comune, tanto che Re Umberto I gli conferì il titolo di Duca di Fabriago (dal Dizionario Storico Pasini-Frassoni)

Testimonianze più recenti risalgono agli anni trenta quando fu organizzata una manifestazione in onore dell'Ariosto proprio sull'Isola Bianca. Anton Giulio Bragaglia, famoso regista teatrale dell'epoca, fece un intervento sull'Ariosto come cineasta, intrattenendo i soci dell'”Ottava d'oro”, una conosciuta associazione culturale ferrarese, raccontando le visioni e il surrealismo dell'autore rispetto a Orlando e ai vari personaggi dell'opera. Per l'occasione sull'isola era sbarcata un'orchestra strapaesana che invitava a ballare e, chi non era interessato al ballo, si poteva distrarre con una partita di “bac e pandon”, un gioco popolare di quegli anni, senza contare i numerosi chioschi e buffet presenti ad ogni angolo, che offrivano cantucci del paradiso e delizie dolcissime di ogni sorta.

L'isola, al tempo, si raggiungeva con il traghetto partendo dal porticciolo di Pontelagoscuro (la piarda), al termine della via Coperta che fu poi distrutta durante la guerra. Sembra che per l'occasione dell'"Ottava d'oro" fosse stato messo a disposizione un vaporetto proveniente da Venezia per trasportare i numerosi visitatori che parteciparono.

L'isola è stata abitata fino alla fine degli anni cinquanta da famiglie alle quali veniva data la casa padronale situata nel centro, poi spazzata via da varie piene del Po, in cambio della cura dei campi e degli animali. Gli ultimi abitanti dell'isola la ricordano come un luogo magico per l'abbondanza di frutti e una vegetazione particolarmente rigogliosa.

L'aspetto storico, aggiunto all'importanza naturalistica odierna di questo ambiente, ci conforta nella convinzione che ogni sforzo di conservazione, è lecito e doveroso.